Titolo: Lacrime di cera
Autrice: Liliana Marchesi
Editore: Self Publishing
Genere: Distopico
Serie: Stand Alone
Pagine: 305
Prezzo cartaceo: € 14,90
Prezzo ebook: € 2,99 – disponibile in KU
Uscita: 27 LUGLIO 2022
TRAMA
Un Paranormal Romance Distopico, in cui Passato e Futuro si fondono dando vita ad un Presente… senza precedenti!
In un mondo distrutto dalla guerra tra le classi sociali, un nuovo Impero regna Sovrano, servito da automi dalla pelle rivestita di cera, ma dall’aspetto incredibilmente umano. Un Impero costruito grazie alle capacità di una società progredita, ma al tempo stesso regolamentato dalle usanze e dai costumi del lontano Ottocento.
Protetta dalle fredde mura di un palazzo inespugnabile, in Russia, Camille vive la sua vita fra balli e ricevimenti, ignara di essere prigioniera di un’utopia. Contro il proprio volere, Camille verrà promessa al futuro Imperatore. Un uomo meschino, violento e incapace di amare.
Mossa dalla disperazione, e in cerca di una via di fuga, Camille scoprirà l’esistenza di un sotterraneo segreto. Dove troverà Lui, sua unica possibilità di fuga… e di salvezza.
Solo l’Amore può ridare vita ad un cuore straziato dall’odio, e speranza ad un mondo ormai in lacrime.
Prima che sia troppo tardi!
RECENSIONE
Buon giorno Readers, oggi vi propongo un libro del genere romance ma DISTOPICO. *Ovazioni, scrosci di applausi, trombette, tamburi* Non si è capito che è il genere che amo di più? Soprattutto dopo l’ultima lettura che mi aveva ampiamente deluso avevo bisogno di un ritorno alle origini. E chi meglio di un’autrice che ho conosciuto da poco e che mi aveva fatto volare nel suo altro romanzo? Si readers sto parlando della penna diabolica di Liliana Marchesi. Ho cominciato questo romanzo “Lacrime di Cera” comodamente seduta su una sdraio a Bali e l’ho terminato sull’antipatico volo di ritorno in Patria.
Come si può evincere dalla trama il romanzo è ambientato in una realtà molto lontana da quella che conosciamo. Il mondo del romanzo è legato ad un futuro distante dal nostro 2017 dove nella gelida Russia devastata da guerre e lotte civili troviamo due fazioni opposte. Da un lato la popolazione nobile che per proteggersi dalla devastazione e dalle ribellioni si è “rintanata” in una fortezza nascosta e ben protetta dove tende, alternarsi tra giorno e notte sono ormai ricordi lontani. Non vi sono collegamenti con il mondo esterno, solo uno spietato dittatore che si erge a giudice, giuria e boia di tutti quelli che lo circondano. Sto parlando di Ivan Morozov e del figlio di lui Roman (schifosissimo… okay mi contengo).
I due, fianco a fianco, hanno fatto sparire tutti i libri che ricordavano e descrivevano la vita prima della loro grande guerra. Dominano a colpi di ignoranza e terrore, nessuno osa contraddirli. L’atmosfera ottocentesca che ritroviamo nelle ambientazioni e nelle descrizioni degli abiti si contrappongono alla presenza di automi, macchine, robot efficienti o come preferite chiamarli, ma privi di emozioni che sono i loro servitori. Essi sono creature simili agli uomini se non per un evidente strato di cera sulla pelle che li rende lucidi. Ma ho parlato di due fazioni giusto? Beh readers al di fuori del palazzo si trova il popolo (o poverelli, ma perché sempre i poverelli?? XD) che cercano di far fronte alla situazione con i mezzi che hanno a disposizione.
Sentivo solamente la sua mancanza. Ed ogni volta che pronunciavo il suo nome senza ricevere una risposta in cambio, era come se un coltello affondasse lentamente la sua lama nel mio cuore.
Abbiamo due voci narranti che si alternano durante tutta la storia: Camille diciannovenne travolgente e fiera figlia di Alexej Aleksandrovič Ivanov, sovrano russo. (io ho qualche problemi con i nomi, quindi me li sono scritti come quando ho letto “Guerra e Pace” XD) Camille vive in una menzogna con ragazze che si strapperebbero i capelli per poter essere notate da Roman (lo schifoso…okay), ma poi tutto cambia… *shhhhhh non dico altro* L’altra voce narrante è “LUI” (ho amato alla follia questo soprannome e il modo in cui gli è stato assegnato *.*) un automa che aiuta la piccola Camille a scappare dallo sfarzoso palazzo. Ma come può un automa avere il potere di decidere cosa fare? È solo una macchina giusto?
Era davvero un automa, ma un automa tremendamente affascinante, e che non la smetteva di fissarmi con quei suoi occhi scuri come la notte, attraverso i ciuffi dei capelli castani.
Non parla, ma dimostra da subito di avere qualcosa di diverso. Agisce come preferisce, non rispetta gli ordini, ma allo stesso tempo, riesce a comunicare. All’inizio le parti della storia dedicate a questo personaggio sono fatte esclusivamente dei suoi pensieri delle sensazioni, ma strada facendo si evolvono diventando veri discorsi. È sicuramente una delle cose che ho amato di più vedere come “Lui” abbia riacquistato man mano sé stesso fino ad essere un punto fermo della storia. E sì lo ammetto è anche il personaggio che preferisco in assoluto. (LO AMOOOOOO)
Camille, qualcuno ti ha portato nella mia vita. Probabilmente lo stesso qualcuno che ha fatto sì che mi trovassi ogni volta nel posto giusto e al momento giusto per salvarti. Ed io non ho bisogno di sapere altro.
*Qua mi sono sciolta come neve al sole. Le parole più belle che io potessi leggere. *
E cosa unisce questi due personaggi se non L’amore? Non parlo solo dell’amore tra due persone che vogliono stare insieme, questa volta Liliana ha fatto le cose in grande, parlo di quell’amore che unisce tutti: madri e figlie, padri e figlie (Cam si batterà come una tigre per loro), amici e che ci spinge a fare di più ad essere di più.
Un libro intenso, che mi ha colpita subito e che mi ha aperto le porte ad un nuovo ed elettrizzante mondo parallelo. Forti legami, grandi temi, sentimenti e scene da sogno, ma anche battute e intermezzi spassosi e dinamici.
Un libro che consiglio vivamente e con tutta me stessa. Liliana Marchesi sappi che leggerò tutto quello che scrivi! Sarò la tua ombra. Un altro siiiii urlato a pieni polmoni per la diabolica autrice che mi aveva fatto sospirare già con la sua trilogia RIG.
Ps unica nota negativa: ERA TROPPO CORTOOOOO VOLEVO I PIU’.