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Tutta colpa dell’estate – Tessa Bailey

Recensione per il romanzo TUTTA COLPA DELL’ESTATE di Tessa Bailey che grazie alla Always Publishing Editore abbiamo letto in anteprima.

Ella è pronta a raccontarvi che ne pensa 🙂

Titolo: Tutta colpa dell’estate

Autrice: Tessa Bailey

Editore: Always Publishing

Serie: Autoconclusivo

Genere: Romance Contemporaneo

Pagine: 304

Prezzo cartaceo: € 14.90

Prezzo ebook: € 4.99

Data di uscita: 19 maggio 2023

Link Amazon: QUI

TRAMA

Piper Bellinger, bellissima influencer da milioni di follower sui social e regina delle feste losangeline, conduce una vita frivola e spensierata improntata solo al divertimento. Ma, quando le sorti di un party le sfuggono completamente di mano, il patrigno che la mantiene decide di impartirle una bella lezione sulle responsabilità e sul vero valore del denaro. Così, Piper vede la sua vita capovolgersi in un attimo e passare dalle stelle… alla bettola dello sperduto villaggio di pescatori di Westport. Ovvero, il Senza Nome, bar con annesso appartamento – entrambi a rischio di cadere in pezzi – di cui dovrà prendersi cura per tre mesi.

Accompagnata dalla sorella Hannah a infonderle coraggio, Piper s’imbarca nella nuova avventura, pronta a far ricredere il patrigno e a dimostrare, per la prima volta nella sua vita, di essere più di un bel faccino. E, perché no, pronta anche a scoprire di più sulle proprie radici, poiché Westport è il villaggio dove è nato e morto il padre delle due sorelle Bellinger.

Il capitano Brendan Taggart ha un unico grande amore, il mare, e una consolidata routine che non ha alcuna intenzione di cambiare, men che meno di permettere che una stupenda nuova arrivata la stravolga. Dopo un paio di incontri burrascosi in cui Brendan, deve ammetterlo, è stato più scortese e irascibile del suo solito, la sua opinione su Piper comincia a cambiare. Perché quella ragazza non è solo bellissima e capace di mozzargli il fiato ogni volta che se la ritrova davanti, ma ha una luce, una positività e un cuore altruista in grado di farsi largo anche nel più burbero dei cuori: il suo.

La lontananza dai milioni di follower, dai paparazzi e dalle abitudini costose sta diventando per Piper l’occasione di costruirsi finalmente una vita reale e appagante, ma soprattutto colma di amore. Il richiamo della fama e del successo, però, sarà più ammaliante di quello del mare… e del cuore?

RECENSIONE

“«Non siete qui per girare un reality show o qualche stronzata del genere, vero?»”

Vi anticipo che ho letto questo libro dopo un altro che mi ha svuotato tutti i metri e le emozioni; quindi, la cara Tessa è stata sfortunata perché anche se si tratta di due sottogeneri romance con trope diversi, sono ancora in fase di rehab dalla precedente lettura.

Vi ho avvisato, Incollats Romantics!

Veniamo al libro e ai suoi protagonisti: Piper è l’emblema della vanità quasi nel senso biblico del termine, in quel passo del Qoelet…

–         Ella, fermati, se attacchi a citare la Bibbia la tua voce interiore prenderà il sopravvento in questa recensione! O potresti subire la ribellione di tutte le tue personalità multiple!

Va bene, mi riprendo.

Dicevo, Piper è vanesia e vanitosa, è l’emblema della ragazza ricca e sciocca di Los Angeles, che vive per follower e party di lusso, tutto ciò che è patinato, glitterato e glamour, insomma.

“Brendan si batté il pugno sulla fronte nell’ascoltare Piper che parlava col cellulare come se fosse una persona reale. Gemette ancora. «Siri, cos’è il dragoncello?»”

–         Vabbè, che c’è di strano? Anche io parlo con Alexa come se fosse una persona reale… Ehm, colpo di tosse…

Brendan, dicevo, è l’esatto opposto, è un “rude marcantonio”, è il capitano di una barca da pesca nella cittadina di Westport, dove il patrigno di Piper confina la figliastra e la di lei sorella Hannah per un periodo di “riflessione” dopo una bravata, ma anche per gestire l’eredità del loro vero padre, una sorta di bar, taverna, in questa ridente cittadina totalmente all’opposto di Los Angeles.

“Dalla sua ricerca aveva capito che Westport era una cittadina eclettica e pittoresca, affacciata sull’Oceano Pacifico. Una meta per amanti del surf. Un posto carino. Si era immaginata un appartamento rustico eppure abitabile sul mare, da usare come sfondo per un sacco di fotografie alle quali affiancare il tag #BarbiePacifico.”

Brendan, come dicevo, è il tipico abitante di questa cittadina e come si può immaginare, il primo incontro tra i due così opposti fa scintille.

Potrei dire che lui s’ammorbidisce pian piano, in realtà, già da subito è una contraddizione continua nei confronti di Piper e della sua borsetta a forma di rossetto.

Le sorelle Bellinger, però, di Westport inizieranno ad assaporare la storia, inclusa quella del loro padre, a conoscere le persone, alcune anche importanti per la loro vita. Inizieranno ad apprezzare la routine del posto e a capire che rimboccarsi le maniche per ottenere qualcosa dà più soddisfazione che strisciare una carta di credito.

“Io potrei trovarmi in una stanza piena di gente che conosco e non sentirmi comunque al mio posto.”

Piper capirà soprattutto quanto fosse fasullo il mondo cui apparteneva prima, fatto di gente patinata, mettendolo a confronto con i cittadini di Westport, dove tutti conoscono tutto di tutti e raccontano persino aneddoti con orgoglio.

Nell’insieme è un romanzo scorrevole, una metafora sui veri valori della vita e una storia d’amore tra due persone che hanno bisogno di una seconda possibilità per motivi ancora diametralmente opposti. Ci sono anche situazioni molto divertenti, soprattutto nella boomeraggine di Brendan con Instagram!

Però io ho avuto l’impressione che i personaggi siano un po’ ostentati nelle loro caratteristiche e differenze, a volte talmente tanto da risultare un po’ grotteschi e parodistici dei trope “svampita tutta social” e “rude boomer”, cose che, sebbene divertenti, forse hanno sovrabbondato.

Inoltre, io avrei preferito una narrazione con POV alternato in prima persona. Non in terza persona onniscente come nel libro, perché in questo caso la narrazione è troppo abbassata a livello dei personaggi, i pensieri di Brendan o di Piper non sono evidenziati come tali, cosa che in una narrazione in prima persona ci sta, ma non in quella in terza. E poi non ci sono situazioni tali da giustificare una narrazione esterna onniscente visto che il focus è sui due protagonisti. È la prima volta che questo tipo di esposizione mi è risultato un po’ stonato, da vecchietta quale sono, ammiro molto la narrazione in terza persona abbassata al livello dei personaggi, ma in questo caso – a mio parere – qualcosa non funziona.

Rimane un romanzo che sul booktok ha avuto un successone, perché molto fruibile e divertente, che consiglio per le amanti di queste storie e questi trope.

Ella

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