Il volume #0 della serie Royal Élite, arrivata in Italia grazie a Hope Edizioni.
La Royal Élite School è un mondo a parte, una realtà dove il cognome è tutto, ma ogni re che si rispetti ha bisogno di una compagna che sia disposta a diventare una regina.
Ella è prontissima per parlarci di CRUEL KING!
Titolo: Cruel King
Serie: Royal Élite
Autrice: Rina Kent
Editore: Hope Edizioni
Genere: Young Adult
Trope: bully romance, enemies to lovers, suspense romance, soft dark romance.
Lunghezza: 395 pagine
Uscita: 23 maggio 2023
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TRAMA
Nella scuola più esclusiva d’Inghilterra, la Royal Élite School, dominio incontrastato di una sola dinastia, sta per iniziare una partita tra un re (nero) e una principessa che… ancora non sa di essere una regina.
King contro Clifford.
Levi King fa parte di una delle famiglie inglesi più ricche e influenti, è il capitano della squadra di calcio della scuola, ha tutti ai suoi piedi e la sola cosa che desidera è una libertà che non può ancora avere.
Non ho ancora deciso se sei la mia condanna o la mia salvezza.
Astrid Clifford vorrebbe solo essere invisibile, dedicarsi alla sua arte e, soprattutto, poter riscrivere la notte in cui ogni cosa è cambiata.
Non tocca a te combattere i miei demoni.
I loro incontri hanno il sapore di una guerra, ma ben presto si trasformeranno in una passione bruciante.
L’ossessione di Levi per Astrid è inspiegabile e più lei cerca di allontanarlo, e allontanarsi, più non può fare a meno di lui. Ma la vita non fa sconti e un segreto del passato rischierà di distruggerli e annientare tutto ciò che li lega.
Benvenuti alla Royal Élite School, dove non sono ammessi perdenti.
RECENSIONE
“Come posso vincere, se con te ho perso fin dall’inizio?”
Per amor dei vichinghi! Incollats Romantici! Ehm, niente, ho rubato un’esclamazione ad Astrid, la protagonista di questo romanzo, che inserisce i vichinghi in tutte le similitudini che fa.
Avverto subito che se vi fermate alla sinossi e non siete delle fissate con i bully romance come me, vi sembrerà una storia già sentita, dai trope piuttosto inflazionati, ma vi assicuro non è così. Tant’è che quando ho visto che è uscito un giorno prima mi sono fiondata a comprarlo.
Tanto per cominciare ci troviamo in Inghilterra e lui, Levi King, il protagonista, per amor dei vichinghi, gioca a calcio e non a football, hockey, baseball o basket. E diciamolo, è già un passo avanti.
Scopriamo presto che Levi si definisce “re” ma non lo è che di nome, perché il vero “King” in tutti i sensi è il cugino Aiden, protagonista del primo vero libro della serie, di cui questo fa da prequel. Calma, il romanzo è autoconclusivo. Ma diciamo che presenta quelli che saranno i protagonisti delle storie successive introducendoli e dando loro abbastanza spazio da non interferire nella storia principale, ma abbastanza da suscitare curiosità.
Levi è un ragazzo sicuramente problematico, oscuro, turbato, un tantino ossessionato da Astrid… Ma una puntina proprio, no, no, non è ad un passo dal patologico! No.
“Voglio rovinarla. Devo rovinarla.”
Attorno a lui gravitano i quattro cavalieri dell’Apocalisse, il soprannome in campo di Aiden, Xander, Cole e Ronan, perché ogni volta che giocano portano conquista, guerra, carestia e morte. Ma io sono più in sintonia con Levi nel definirli i quattro coglioni, perché almeno tre su quattro sono i tipici festaioli un po’ tonti, tutti fissati con le ragazze e lo sballo. Abbiamo anche Chris, per un po’ migliore amico di Levi ma… non ve lo dico.
Dalla parte di Astrid, invece, c’è Daniel, il suo migliore amico, un casanova che con lei, invece, è solo amico, un migliore amico da “manuale”, come lui stesso sostiene di avere e di rispettare pagina per pagina.
Daniel gioca pure a calcio in squadra con Levi e sarà un altalenante trait d’union tra Astrid e King.
Ma se è sbagliato, voglio che d’ora in poi nient’altro sia mai più giusto.
Tra i due è odio a prima vista? No. Perché Astrid rimane ammaliata dalla bellezza vichinga di Levi, ma è mezza ubriaca e drogata e la cosa finisce lì. O meglio, termina perché succedono delle cose che non spoilero ma che sono l’inizio della guerra fra i due.
Non manca anche il trope Romeo e Giulietta, infatti, tra la famiglia di Levi, i King e quella di Astrid, i Clifford, non scorre buon sangue per motivi che scoprirete solo leggendo.
Forse ho persino passato l’intera notte a guardarla. E ora crocifiggetemi pure.
L’attrazione-repulsione tra i due è palpabile, a volte sfiora i limiti dell’assurdo, altre fa sorridere perché è condita da commenti personali del POV di turno che tra un’invocazione ai vichinghi da una parte e una contraddizione dall’altra li porta ad avvicinarsi sempre di più. Perché non so se vi ho detto che Levi è una puntina ossessionato… Ah, ve l’ho detto?
“È come se si incidesse nella mia anima, pezzo dopo maledetto pezzo.”
L’amore tra loro rispecchia i caratteri dei due. Ma non aspettatevi una protagonista succube e moscia, Astrid è vichinga dentro; anche se a volte si arrende, la sua resa non è affatto facile e fa parte della strategia di gioco. Una battaglia a scacchi che, neanche troppo lentamente, la scoprirà regina.
“Ma è nelle notti buie che le stelle come lei brillano di più.”
I colpi di scena non mancano, tant’è che quando la partita sembra finita, quando pare che sia l’amore a vincere, piomba qualcosa a rovinare tutto.
“Ho preferito il futuro al passato, ma li ho persi entrambi.”
Come bully romance, quindi, non è per nulla scontato. È interessante la parte suspense della storia, perché riesce a intrigare e non è affatto prevedibile come sembra, almeno fino quasi alla fine, quando leggendo si scopre assieme ai protagonisti come sono andate le cose. Se fossimo tra i miei metri, questo libro avrebbe altissimo il livello di Martilallimetro per la suspense. Tranqui, il Minchiometro c’è! Anche un po’ troppo considerato che il protagonista ha diciotto anni. Ma ci lamentiamo?
All’inizio del libro c’è un trigger alert sui contenuti che ho apprezzato, ma che tuttavia ho trovato forse un po’ esagerato, ma ho preferito tirare un sospiro di sollievo al leggere un libro meno spaventoso, piuttosto che ritrovarmi a sclerare perché non sono stata avvertita prima che alcune tematiche potevano turbarmi.
Il libro è molto bello e mi è piaciuto molto, è perfettamente in linea con il genere e i suoi trope, ma non manca, come ho detto, di originalità. Sbanca tutti i miei epici metri e, anche se l’ho letto dopo la Hartmann, si guadagna il punteggio pieno.
“La nostra storia non ha avuto un inizio da fiaba, e sono certa che non avrà nemmeno il lieto fine, ma desidero ancora quello che abbiamo.”
Ella