Secondo romanzo della serie Blue is The Color di Julia Wolf.
Esce oggi e grazie a Heartbeat Edizioni abbiamo potuto leggerlo in anteprima.
Ella ha letto “Un chitarrista da sposare”, pronte per questo Music Romance?
Titolo: Un chitarrista da sposare
Serie: Blue is the Color #2
Autrice: Julia Wolf
Editore: Heartbeat Edizioni
Genere: Contemporary romance
Trope: Music romance, second chance, single parents, sickness, social gap, celebrity.
Lunghezza: 335 pagine
Data di uscita: 21 novembre 2023
TRAMA
L’ho amato per tutto il tempo in cui l’ho odiato…
Un tempo, ero una cattiva ragazza che ha visto un ragazzo ancora più cattivo suonare sul palco, e ne sono rimasta affascinata. Il guaio è che mi notava a malapena finché non mi sono lanciata contro di lui.
È così che mi sono ritrovata a essere un’adolescente incinta con uno sconosciuto come co-genitore. Uno sconosciuto che è diventato una rockstar di fama mondiale mentre crescevo nostra figlia.
Quindici anni dopo, siamo entrambi adulti e probabilmente un po’ più saggi, ma odio ancora David Wiesel tanto quanto lo amo, e lui è ancora un cattivo, cattivo ragazzo. Ecco perché evito di avere a che fare con lui a meno che non riguardi nostra figlia.
Poi, accade l’impensabile ed Emma ha bisogno di entrambi. Non posso evitare David anche se lo vorrei, non quando viviamo insieme.
Una scintilla aleggia tra noi, e lui è più che disposto ad alimentare le fiamme. Ma non mi avvicinerò al fuoco, perché un’altra bruciatura da parte di David Wiesel e potrei trasformarmi in cenere.
RECENSIONE
«Odiavo David Wiesel da tantissimo tempo. Forse dall’esatto momento in cui avevo iniziato ad amarlo.
Incollats Romantics, torniamo nel mondo dei Blue is the color con la storia di David, il chitarrista della band. L’abbiamo conosciuto già nel primo volume come un tipo spigliato, sciupafemmine, affascinante e ovviamente molto bello.
Un tipo il cui nome fa rima con minchiometro.
David e Sylvia hanno avuto una piccola avventura da ragazzini, davvero giovani. Tipo “16 anni è incinta”, insomma. Sono vicini di casa mentre lui inizia a strimpellare le prime note nella band che diventerà famosa solo un paio d’anni dopo, lei ha una cotta per lui e, dopo una sera in cui bevono e fumano più di quanto le loro età sommate possa permettere, dal più classico preservativo bucato nasce Emma.
«Uno stronzo adorabile con la lingua magica»
Oggi Emma ha 15 anni e lui come rockstar è rimasto vicino alla figlia ma non a Sylvia. Vicino per modo di dire, perché la sua presenza pare parecchio filtrata dalla madre della ragazza, che si sforza per farlo apparire un padre presente e premuroso, ma lui non lo è, una volta tanto non per colpa di una scelta sbagliata e irresponsabile, ma perché non ci arriva proprio. Perché David è rotto. Soffre d’ansia per motivi che non voglio dirvi, per non farvi perdere il sapore del viaggio. Inoltre, diventare famosi a vent’anni o poco meno è davvero come essere investiti da un’onda inaspettata.
Sylvia era la fine di un percorso e l’inizio di un altro. Se quel percorso portava all’inferno o al paradiso, dovevo ancora scoprirlo.
Così Sylvia si dà da fare da sola per crescere Emma, aiutata dalla madre di David (che adoro!) e poi dalla coinquilina Sux con un bambino anche lei, ma madre single perché vedova (qui potrei gridare a qualcosa che non posso permettermi, perché sono certa che l’autrice non abbia mai letto “Lara”…).
Sux è odiosa. Almeno, io non la sopporto, per fortuna Mika, il marito attuale, è simpaticissimo e compensa l’iperprotettività che ha nei confronti di Sylvia tenendola coi piedi per terra. Perché Sux detesta David, quando non ha fatto nulla di male, a mio avviso, tutte le colpe imputate a David come padre assente e tutti gli errori che compie sono colpa di Sylvia e del suo orgoglio, tale che Sux le appoggia e accresce in un girl power esagerato e, per i miei gusti, esasperato tanto da passare dalla parte del torto. Ma è un’opinione personale.
«E io non avrei mai pensato di trovare Cher attraente, ma cavolo, mi hai lasciato di stucco. In questo momento, credo che l’unica cosa che sarei in grado di muovere sia il pene».
Da madre single, devo dire che non mi è piaciuto come è stato gestito il personaggio di Sylvia. L’autrice dice alla fine di aver immaginato la sua vita di madre senza il marito e di aver descritto Syl di conseguenza. Ebbene, per sua stessa ammissione, il marito di Julia Wolf è un santo, un personaggio da romanzo… Quindi, no, per conto mio – lo dico da ex-madre single – non è stata capace di immaginarsi cosa significhi essere soli, partorire soli, tirarsi su da sole una figlia. In più, David non è un vero “padre stronzo” della situazione, perché tutto quello che Syl gli ha concesso di dare l’ha dato, il resto non l’ha voluto lei.
Mi toccava come se la mia presenza fisica fosse l’unica cosa che avesse sempre desiderato ma che non si sarebbe mai aspettato di avere.
IR, questo libro mi ha dato emozioni contrastanti e capisco che leggere la mia recensione possa far pensare a un giudizio negativo, ma non è così. Anzi. Perché tutto quello che manca a Sylvia, ce l’ha David. Per me un personaggio molto ben riuscito, anche nei momenti in cui diventa troppo femminile a causa dell’ansia. Mette a nudo una debolezza che le coltri dei tatuaggi e del tombeur de femmes nascondono bene.
Inoltre, il suo amore per la figlia, la madre e Sylvia è palpabile e invidiabile.
Un romanzo interessante e coinvolgente, con una buona dose di spicy che non disturba, perché equilibrata a tutto il libro. Soprattutto, abbastanza inaspettato per un music romance. Lo consiglio.