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Quello che sussurra il vento – Amy Harmon

Titolo: Quello che sussurra il vento

Autrice: Amy Harmon

Editore: Newton Compton Editori

Genere: Historical romance

Trope: Paranormal romance, time travel. Real person historical fan fiction

Pagine: 445 pagine

Prezzo ebook: 5.99€

Prezzo cartaceo: 12.26€

Data di uscita: 14 maggio 2024Link Amazon: https://www.amazon.it/Quello-che-sussurra-vento-Harmon-ebook/dp/B0D1953MS8/

Trama

Anne Gallagher è cresciuta ascoltando le storie del nonno sull’Irlanda. Dopo la sua morte, vi si reca per spargere le sue ceneri e inaspettatamente, immersa nei ricordi dell’uomo a cui ha voluto tanto bene, si ritrova nel 1921. L’Irlanda di quel tempo è un luogo pericoloso: spirano venti di guerra e i combattimenti sono quasi quotidiani. Confusa e disorientata, Anne si risveglia affidata alle cure del dottor Thomas Smith, tutore di un bambino dall’aria molto familiare. Quando viene scambiata per la madre del piccolo, scomparsa da tempo, Anne ne assume l’identità, avvertendo un legame con lei. Intanto, la tensione nel Paese continua a crescere: Thomas decide di combattere per l’indipendenza e Anne si schiera al suo fianco. Giorno dopo giorno, il cuore della donna comincia a battere per il medico e tornare al presente non le sembra più l’idea migliore. L’amore tra Anne e Thomas riuscirà a superare ogni avversità e a sopravvivere alla prova del tempo?

Una protagonista di grande coraggio.

Un viaggio nel passato.

Un romanzo che insegna che l’amore vince su tutto, anche sul tempo.

Recensione

«Sì. Io l’ho raccontata a te. E tu l’hai raccontata a me. E me la racconterai di nuovo. Solo il vento sa chi dei due l’abbia fatto davvero per primo».

Allora, Incollats Romantics…

Amy Harmon è un’autrice sottovalutata, invisibile, bistrattata e considerata di serie B dalla sua stessa casa editrice italiana.

Mi dispiace, zio Raffaello, ma devo dirlo. Perché è così. Perché parlano le serie e le saghe lasciate lì da anni, libri di una poesia unica, libri di un’intensità spiazzante.

Ma vi dico, IR (e anche all’editore che non leggerà) i motivi per cui Amy Harmon è bistrattata: è cristiana e colta. E ho capito che sono due cose che non fanno vendere in Italia, ma ti fanno solo disprezzare e se avete trovato qualcosa di personale in questo commento, ebbene sì, è così.

«Un giorno uno dei miei insegnanti mi ha detto che la narrativa è il futuro. La saggistica il passato. Una delle due può essere plasmata e creata. L’altra no», ha detto. «A volte si equivalgono. Tutto dipende dalla persona che racconta», ho ribattuto.

Ma veniamo al libro in sé, del quale ho sottolineato talmente tante frasi – come dico sempre – da sforare dal diritto di citazione!

“Quello che sussurra il vento”, Incollats Romantics, è un libro che all’inizio va preso con la consapevolezza che parte in diesel. E vi spiego perché… Io ho sentito la sigla di Outlander suonare nella testa per un paio di capitoli, anche se qui, Anne, non finisce nella Scozia del Settecento, ma nell’Irlanda degli anni Venti del Novecento.

A mano a mano che procedevo con la lettura ho capito che, dopotutto, si può definire “trope Outlander” il modo in cui Anne si ritrova nel 1921, ma finisce qui. Anche perché non ci saranno altri sequel. Perché il romanzo basta e avanza, ma non nel senso negativo del termine, al contrario.

È una storia d’amore tra una donna sola, Anne, che vive nei libri che scrive, sola se si fa eccezione per il nonno, che muore nel 2001 (anno del presente del libro) facendole una richiesta specifica che determinerà tutte le elucubrazioni e i pianti che farete durante la lettura. E Thomas, un uomo amato da tutti, un medico, un amico, un patriota irlandese, vissuto ottant’anni prima.

Era semplicemente Thomas Smith, un uomo comune quanto il suo nome, e allo stesso tempo… niente affatto comune.

Anne somiglia alla sua bisnonna, dispersa e data per morta sei anni prima del suo arrivo nel 1921. Qui ci allontaniamo ancora dal trope che mi sono inventata prima, anche se, vedremo, Anne sarà anche smemorata per quanto riguarda la storia in cui si ritrova a vivere. Eccetto alcuni particolari.

Siamo nel pieno della lotta per l’indipendenza irlandese dall’Inghilterra, incontreremo di persona – tramite Anne – Michael Collins una figura patriottica della terra di San Patrizio realmente esistita e morta per la causa.

Vi dico già che ho amato questo personaggio anche perché, per determinate abitudini e affermazioni, somiglia a un altro patriota a me caro, italiano, e che nel 1921 c’è nato!

«L’Irlanda aveva bisogno di James Connolly e Tom Clarke. Aveva bisogno di Seán Mac Diarmada e Declan Gallagher. Tutti abbiamo un ruolo da svolgere e un fardello da portare. Quando non ci sarò più io, ci saranno gli altri».

Insomma, per la seconda volta mi sono sentita nei panni dell’autrice. E non posso staccarmene perché ho amato e invidiato nel senso buono ogni pagina.

Vi dico anche che il libro è scritto con il doppio POV di Anne e Thomas, ma è strutturato in modo particolare. Quello di Anne è introdotto da un pezzo di una poesia di W.B. Yeats ed è narrato al passato in prima persona; quello di Thomas è il suo diario, ed è narrato al presente, sempre in prima persona. E ho amato anche questa scelta.

«Non posso essere solo Anne?», chiesi, in tono quasi supplichevole. «Se non sei la Anne di Declan, chi sei?»

L’essere scambiata da tutti per un’altra non è facile per Anne, che vedremo alle prese con usi antichi e scomodi per lei, con ricordi che non può avere perché non suoi e con un amore, anzi due, che vuole vivere a ogni costo. Due amori perché c’è anche un “certo” bambino, personaggio, che sarà il collante, il filo conduttore, il simbolo dell’amore in tutta la storia.

La amo con un’intensità di cui non mi credevo capace. Yeats scrive di aver subito un cambiamento totale. Anch’io sono cambiato totalmente. In maniera irrevocabile.

Come dicevo, non è solo amore tra due persone, c’è di più. C’è amore per la famiglia, per la memoria e il ricordo, per mantenere vivo un senso di appartenenza anche senza un vero legame di sangue. E c’è amore per la patria. Qualcosa che è difficile da capire anche a noi italiani. Qualcosa che si è perso da ottant’anni per noialtri e che il resto del mondo – inclusa l’americana di origine irlandese autrice – dagli irlandesi dovrebbe imparare.

Invece sono rimasti lì accostati, passato e presente, oggi e domani, indifferenti e inalterati dalla mia limitata comprensione.

L’elemento paranormale del viaggio nel tempo è gestito con genialità. La Harmon riesce a non cadere nell’errore del cambiare la storia reale a favore della finzione usando degli escamotage intriganti e furbi. Da maestra quale lei è.

Si tratta di un romanzo per cui lei ha fatto molte ricerche e un omaggio anche alle sue personali origini irlandesi, che rivelerà nelle note ma che introduce anche in dedica all’inizio. (E di nuovo mi ci sono rivista!)

«Mi sono innamorata così in fretta, in modo totale e assoluto. Non perché l’amore sia cieco, ma proprio perché… non lo è. L’amore non è cieco, è accecante. Abbagliante. Dovrai stringermi forte, o esploderò… o forse fluttuerò solo via. Su nel cielo, o nelle acque del Lough».

Ho sempre detto che la Ella scrittrice non si confonde nelle recensioni con la Ella lettrice, ma questa volta non ho potuto non sentire l’affinità leggendo. Non è tanto quel discorso che aborrisco “io l’avrei scritto uguale” o viceversa… Assolutamente. È qualcosa di più spirituale, qualcosa che mi ha fatto sentire come lei mentre lo stava scrivendo, che mi ha fatto capire le sue scelte, le sue parole prima ancora della fine della frase. Una corrispondenza di intenti artistici, non saprei definirla e non saprei dire se un lettore non scrittore percepisca questo romanzo allo stesso modo… Chiederò alla mia Brioscina BarbarAzza!

È una lettura che dovete provare a vivere, gente. Perché Amy Harmon è una di quelle autrici – assieme alla Hartmann e poche altre – che eleva il romance in barba a chi lo bistratta o lo denigra.

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