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Recensione – Principessa di Spine di LJ Shen

Titolo: Principessa di Spine 

Autrice: LJ Shen

Traduzione: Athena Barbera

Serie/Collana: segnala seautoconclusivo

Editore: Always Publishing

Genere: Romance Contemporaneo

Trope: Forced Proximity, Bodyguard, Touch Her You Die, Spicy

Pagine: 416

Data di uscita: 28 febbraio 2025

Prezzo cartaceo: € 15.90

Prezzo ebook: € 5.99Link Amazon:https://www.amazon.it/Principessa-spine-L-J-Shen-ebook/dp/B0DYDTY8S3/

Trama

Una principessa di Hollywood determinata a distruggersi, una tenebrosa guardia del corpo pronta a tutto per salvarla.

Figlia dell’ex presidente degli Stati Uniti d’America, Hallie Thorne vive una vita da principessa: una villa sulle colline di Hollywood, migliaia di follower sui social, feste esclusive… e stormi di paparazzi che la seguono ovunque.

Quando una sua foto poco decorosa diventa virale, il padre di Hallie decide che alla frivola e irresponsabile figlia occorra una babysitter che la tenga in riga. E non è una dolce signora inglese dalla voce da usignolo, bensì un burbero muro di muscoli, autoritario e terribilmente sexy.

Relegata l’infanzia traumatica in un angolo del suo cervello, Ransom Lockwood si è costruito una carriera di cui va fiero. Dopo anni trascorsi nell’agenzia di controspionaggio del governo, ora si dedica alla protezione di privati cittadini facoltosi. Occuparsi della sicurezza di una ragazzina viziata è per Ransom una sorta di inferno personale, ma non si rifiuta un incarico da parte di una famiglia potente come i Thorne.

Di fronte a un uomo autoritario che le impone regole e divieti, e pensa il peggio di lei, Hallie cerca di farsi valere e mettergli i bastoni tra le ruote – però Ransom non è uno a cui fare i dispetti senza aspettarsi ritorsioni, che sfociano presto in una tensione e una chimica così densa da rischiare di incendiarsi ad ogni scintilla.

Complice la convivenza forzata, le maschere che Ransom e Hallie indossano iniziano a crollare, rivelando le ferite di un passato che ha trasformato lui in un uomo spezzato e incapace di provare sentimenti e lei in una ragazza fragile, fraintesa persino dalla propria famiglia. E mentre Ransom lotta per non compromettersi infatuandosi di una cliente, Hallie inizia a spogliarsi delle sue paure e a permettere a quell’uomo impenetrabile di far breccia nel suo cuore.

Ma traumi irrisolti, pericolo e violenza stanno per scatenarsi e abbattersi sulle loro vite… il turbine di emozioni che entrambi stanno provando reggerà alla forza di una nuova tempesta?

Recensione

«Hai detto che eri un fallimento, e quella era una stronzata. Che eri stupida, invece sei la persona più arguta che conosca».

Brioscine,

questa recensione è a caldo, letteralmente.

Chi mi conosce sa che il mio rapporto con la Shen è conflittuale, a metterla in trope sarebbe enemies-friends to lovers, sa che o l’amo alla follia o vorrei augurare il male ai suoi protagonisti.

Vi dico subito qui sarà il mio cuore a farla da padrone, anche la mia pancia, perché Principessa di Spine è un gioiellino, probabilmente sarà anche impopolare la mia opinione ma io l’ho adorato, divorato, amato, evidenziato tutto.

Vi dico anche che ci sono le avvertenze nel libro: i TW leggeteli.

Hallie è la secondogenita ventunenne del ex presidente degli Stati Uniti Thorne, ha gli occhi di tabloid e social perennemente addosso a coglierne ogni passo falso.

È una ragazza considerata “semplice ” dalla sua stessa famiglia, che oltre a paragonarla ad Hera la primogenita, sembra che non si siano mai accorti di lei, come se fosse opzionale la sua esistenza ma mai capita, mai compresa fino in fondo.

Vive lontana dai genitori e dalla sorella, in un altro stato addirittura e si trascina da un social ad un altro cercando la sua strada.

Le viene assegnata una guardia del corpo, pardon, un agente di protezione ravvicinata” Ransom, definito dagli stessi addetti ai lavori il Robot, perché è preciso, distaccato e poco incline a farsi abbindolare. Ha il compito di essere il suo “baby-sitter dopo che la nostra Hallie ha avuto un incidente mediatico.

Ed ecco che si comincia la convivenza forzata dei nostri beniamini. Perché Ransom da Chicago deve tornare dove aveva promesso di non tornare mai Los Angels, e soprattutto non in una villa che sembra un bordello e non con una viziata figlia di papà.

«Senza offesa, ragazzina, ma non riusciresti a trovare la tua privacy nemmeno se ti venisse consegnata a mano da Amazon».

Hallie è spontanea, fa la presta volto Instagram, praticamente fa pubblicità di se stessa, ma lo fa in maniera genuina, ha una passione per il riciclo ed è vegetariana non per moda ma perché ci crede davvero. Ed è una pecora nera della famiglia molto atipica, non beve mentre gli altri dicono che si ubriachi, non ha incontri occasionali con uomini diversi, anzi. Le stanno strette le taglie dello star system sia per quanto riguarda la forma sia perché ama riempire il suo corpo di tatuaggi, che usa come una corazza.

Il nostro Ransom d’altro canto ha 29 anni e dei desideri ed esigenze ben delineati in testa, dei kink, anche in camera da letto.

Man mano complice la convivenza forzata, Ransom coglie molte delle sfumature che Hallie ha, molte più di quello che Keller il suo più intimo amico conosce e allo stesso tempo la nostra “mocciosa” riesce a far sbottonare il nostro Robot, carpendo pezzi di lui.

La mocciosa è stata ferita. La mocciosa è stata molto ferita. La mocciosa non era solo una mocciosa. Era un cigno con le ali spezzate. E che si considerava un brutto anatroccolo.

La nostra Hallie è fragile, luminosa e con la lingua tagliente.

Il nostro Ransom è impenetrabile, sarcastico e risponde colpo su colpo.

Il romanzo oltre a scavare nel passato e nel cuore dei protagonisti porta in sé una sottotrama mistery.

Ecco cosa mi è piaciuto l’equilibrio che c’è fra i due protagonisti, senza mai rinnegare loro stessi.

È vero quello che disse Dorothy Parker: la bellezza è superficiale, ma la cattiveria penetra nelle ossa.

Lo so, lo so, e lo spicy?

Ecco brioscine qui mettetevi comode perché il nostro Robot ha delle fantasie CNC: non-consenso -consenso.

Beh, il piccante arriva ed è perfetto, irriverente, caldo.

Ma il libro potrebbe non averne e sarebbe perfetto così.

Perché la Shen qui ha dosato gli ingredienti in maniera magistrali.

Ci sono delle dinamiche così ben congeniale da farmi divorare il libro tra una risata e una riflessione.

Che so che è troppo bella, troppo giovane, troppo tutto per me, ma non me ne frega niente perché senza di lei non riesco più a respirare?»

Per me il più bel libro della Shen insieme Quando l’anima brucia e Bad Cruz (editi sempre Always che ringrazio immensamente per la copia Arc) se non lo avete fatto recuperateli subito.

Ve lo straconsiglio e godetevi la trasformazione da mocciosa a principessa.

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