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Il Favore. Un Matrimonio di convenienza -Suzanne Wright

Iniziamo la settimana con la recensione di “Un Matrimonio di convenienza” di Suzanne Wright a cura di Ella.

Ringraziamo tanto Hope Edizioni per averci offerto a copia ARC 🙂

Titolo: Il favore: Un matrimonio di convenienza

Autrice: Suzanne Wright

Editore: Hope Edizioni

Genere: Contemporary romance

Trope: Fake Marriage, office romance, social gap, age gap, intrighi famigliari, passato difficile.

Lunghezza: 529 pp.

Data di uscita: 29 agosto 2023

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TRAMA

Vienna Stratton sa di dover incolpare soltanto sé stessa per come sono andate le cose. Nessuno, anche se disperato, dovrebbe farsi aiutare da un uomo come Dane Davenport, perché prima o poi lui gli presenterà il conto.

Come sua assistente personale, è sempre stata ben consapevole che il successo di Dane è dovuto alla spietatezza e all’inflessibilità con cui conduce i suoi affari.

Se Vienna avesse saputo quale sarebbe stato il prezzo da pagare, forse non si sarebbe rivolta a lui per farsi dare una mano, perché da Dane ha imparato una cosa: il diavolo in realtà è infinitamente seducente e accattivante, non mostruoso e terrificante. E quel demonio le sussurra di arrendersi alla tentazione e peccare, di lasciarsi marchiare e possedere, risvegliando ogni sua più intima fantasia.

Il problema è che le fa anche credere di poterlo amare…

RECENSIONE

Car* Incollats Romantics, quando un libro è una scoperta, è una scoperta. E devo ammettere di essere stata molto fortunata nelle ultime settimane, perché mi sono ritrovata a leggere libri sorprendenti. Delle vere scoperte, insomma.

Ringrazio Hope Edizioni per la copia ARC e per aver portato quest’autrice al pubblico italiano.

«Solo tu, Vienna. Solo tu»

Vienna è l’assistente personale di Dane Davenport, un bellissimo e sensuale CEO di un’azienda miliardaria. Accetta di essere sua moglie perché lui, per intascare un fondo fiduciario lasciatogli dallo zio morto single, deve sposarsi entro una certa età. Ma a lui la cosa interessa non tanto per i soldi, all’apparenza, quanto per non lasciare la sua parte al fratello minore.

Fermi.

Reload.

La storia inizia con un prologo che porta avanti di sei mesi. E questo flash forward è di per sé un inizio spettacolare. Perché incuriosisce immediatamente e fa venire voglia di andare avanti con la lettura.

“Ero troppo sensibile a lui, troppo indifesa contro quella chimica a senso unico che non accennava a diminuire. Avevo letto, una volta, che la chimica non poteva essere a senso unico, ma la mia situazione era la prova che quella teoria era una vera stronzata.”

Tra i due protagonisti c’è una chiara e palpabile attrazione, ma Vienna non è convinta di piacere al suo capo se non come assistente e, considerato che l’uomo burbero e pignolo ha il licenziamento facile, lavorare per lui da quattro anni è un record non da poco. Tra loro c’è stima, rispetto. Lei conosce le sfaccettature del carattere del suo capo e per questo è perfetta con lui.

Ma lo è anche per lui.

Non ha dubbi Dane, quando le chiede di sposarlo e le spiega i motivi. Non si fa troppe domande lei, quando acconsente, anche se apparentemente per ricambiare un favore.

“Nessuno avrebbe dovuto possedere tanta naturale mascolinità grezza. Nessuno.”

Il POV unico di Vienna lascia trasparire tutte le sue emozioni. È una sposa fasulla, ma per lui prova attrazione, ha una cotta indiscussa. Dane, dal canto suo, non si comporta con lei come uno che l’ha sposata solo perché gli serve.

Ma pare che Vienna non se ne accorga.

L’autrice ha saputo rendere questo particolare in modo interessante, con una narrazione che intriga, fa innamorare di Dane, fa capire il protagonista più di Vienna, fa entrare in empatia con loro anche grazie o per colpa degli altri personaggi. Tutti, a modo e ruolo loro, speciali.

Simon, il padre di Vienna, è forse quello con il diritto di menzione maggiore, perché a me ha portato via un pezzetto di cuore.

Lo sguardo di Jen si fiondò su di lui, fiammeggiante di indignazione. «Metteresti lei prima di me e dei tuoi fratelli?» Lui la guardò dritto negli occhi. «In un batter d’occhio, cazzo.»

Le rispettive famiglie sono molto interessanti, perché addentrandoci nella lettura troveremo molte persone che urlando il motto: “questo matrimonio non s’ha da fare!” proveranno a separare i due sposini; chi grattando nel passato di Vienna, chi spiando Dane; chi tirando fuori vecchie relazioni di lui, chi provando persino ad arruolare nella loro crociata i famigliari di lei.

Insomma, tra ex fidanzati, cognate acide e gelose, sorellastre che manco Cenerentola, colleghi sciocchi, i poveri Dane e Vienna ne avranno di gatte da pelare per mantenere saldo il loro matrimonio di facciata.

Ma la domanda che vi farete leggendo sarà: è davvero di facciata?

“Dubitavo che senza quell’accordo ci saremmo trovati l’un l’altra.”

Il romanzo pone il lettore in un’alternanza di situazioni che solo appena si fiutano sembrano classici del genere, ma poi si rivelano rivoluzionari. Il trope fake marriage è stato realmente sconvolto con una trama originale, mai banale che, lo confesso, mi ha tenuta attaccata tutta la notte perché dovevo sapere. E non potevo googlare il finale (quando leggerete saprete il perché di questa battuta).

Ci sono momenti commoventi, altri quasi comici, le scene spicy travolgono e coinvolgono come raramente accade. È un libro di una bellezza unica.

È lungo, è vero, ma si legge con voracità, perché si vuole sapere come va a finire, ci si commuove con Simon, si sorride con Blue, si ride delle litigate dei bizzarri vicini di casa di Vienna, si sente un certo calore di famiglia. Stringe il cuore scoprire delle cose. Fanno trepidare ed incazzare l’ex di lei, un fratello di lui, entrambe le cognate di Dane. Insomma, è un romanzo che consiglio perché è una lettura bella. Intrigante sotto tantissimi punti di vista.

Peccato solo il particolare della copertina. Per carità, in sé non è brutta, ma rimanda ad un tipo di romance totalmente diverso e rischia di deludere chi cerca una lettura più leggera sulla falsariga dello chic-lit come la grafica suggerirebbe, al contempo, potrebbe far scartare a priori questo romanzo da chi, invece, cerca proprio una storia di un certo pathos e una discreta drammaticità. Forse una copertina più neutra, magari con del pizzo bianco crema, e un font meno frivolo attirerebbe di più. Si dice che non si giudica il libro dalla copertina ed è vero, ma è anche sacrosanto che sia la presentazione del libro. La prima cosa che si nota, prima della trama.

Finché porti questi anelli sei mia; nessun altro uomo ha il diritto di toccarti. Perché io non lo permetterei mai, cazzo.

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