
Chapter reveal per il romanzo THE PRINCE AND THE PAWN di B.B. Reid, quarto volume autoconclusivo della serie When Rivals Play in uscita il 27 Aprile in lingua inglese.
Questa serie è recentemente approdata anche in Italia grazie a Always Publishing con il primo volume Four & Ever (titolo italiano di The Peer and The Puppet), uscito a Ottobre 2019. Oggi in esclusiva vogliamo regalarvi questo capitolo di The Prince and The Pawn, ovviamente tradotto dal Team!

Prologo
LA PEDINA
La brezza fredda dell’oceano mi colpì il petto dolorante nel momento in cui varcai la soglia. Il vento portò con sé il sale e l’acqua di mare, che si fusero con le mie lacrime.
Come aveva potuto?
Ci furono mormorii, sussurri e alcune risate mentre i miei ex compagni di classe guardavano, e potevo solo immaginare cosa stessero pensando.
Gli aveva davvero creduto quando le aveva detto di amarla?
Sì. L’avevo fatto.
Avevo creduto stupidamente a ogni parola che gli era uscita dalle labbra dal momento in cui le aveva premute per la prima volta contro le mie. Come poteva qualcuno che baciava così magnificamente dire bugie così brutte? Guardai il cielo come se avesse le risposte. Tutto quello che trovai fu la luna piena e il suo bagliore insensibile che brillava su di me come un riflettore. Sembrava dire eccola lì, la sciocca che pensava che Vaughn Rees avesse un cuore e non avrebbe spezzato il suo.
“Tyra!”
Sentendo gridare il mio nome al di sopra della musica, corsi giù dai gradini di legno. Prima d’ora non mi ero mai resa conto di quanti ce ne fossero. I trampoli su cui poggiava la casa blu sulla spiaggia erano alti quattro metri per proteggerla dalle inondazioni. In qualche modo, nonostante la mia vista offuscata, riuscii a non cadere. Tutto ciò che mi serviva era proprio un collo rotto che si abbinasse al mio cuore spezzato. Nel momento in cui i sandali toccarono la sabbia, mi guardai attorno disperata. Il parcheggio sarebbe il primo posto che i miei amici controllerebbero.
Impreparata ad affrontare la mia devastazione, scivolai nell’ombra sotto la casa. Non potevo superarli, quindi mi sarei nascosta fino a quando non si fossero arresi, se si fossero arresi. Trattenni il respiro mentre le lacrime scorrevano liberamente. Un attimo dopo, le ombre scure dei miei amici sfrecciarono oltre.
Avevano assistito a tutto.
Il tradimento di Vaughn.
La mia umiliazione.
E lo sguardo compiaciuto sulla faccia della stronza che mi aveva rubato tutto.
Le mie guance s’infiammarono per la vergogna mentre ricordai come mi ero voltata ed ero corsa via, sconfitta. Avrei dovuto restare e ucciderli entrambi. Il senno di poi aveva davvero una vista perfetta.
Inghiottendo il singhiozzo che minacciava di fuoriuscire, mi appoggiai a uno dei trampoli, avvolgendo le braccia attorno alla trave. Con la fronte appoggiata al legno freddo e umido, chiusi gli occhi. Era l’unica cosa che impediva alle mie ginocchia di cedere.
Vaughn mi aveva avvertita. Un anno fa e quasi ogni giorno da allora, mi aveva detto che non avremmo mai potuto stare insieme, ma la mia arroganza non mi aveva permesso di credergli. Quello e il modo in cui i suoi occhi avevano sfidato le parole che le labbra avevano pronunciato.
Avevo scelto di ascoltare gli insegnamenti secondo cui le azioni di una persona contavano più delle parole. Quindi, ingenuamente, mi ero aggrappata alla speranza. E stasera, Vaughn mi aveva mostrato la verità.
Vederlo con lei, toccarla, darle ciò che sarebbe dovuto appartenere solo a me era una prova che nessuno poteva negare. E lo sguardo nei suoi occhi quando alla fine mi aveva notata assistere a tutto… Abbracciai più stretto il legno robusto quando sentii i pezzi del mio cuore cadere nella rabbia che mi stava montando nello stomaco. Per quanto bruciasse, era ancora solo una brace. Solo il tempo avrebbe potuto dire quando il fuoco sarebbe finalmente divampato. Avevo lo stomaco contorto in un nodo così stretto che temevo che da un momento all’altro si sarebbe spezzato a metà. Era inevitabile, no?
Stavo respirando l’aria salata quando alle spalle sentii la sabbia scricchiolare lievemente. Mi bloccai, ancora una volta umiliata dal fatto che mi avesse beccata in quello stato – a piangere pateticamente e irrimediabilmente in frantumi. Non avevo bisogno di voltarmi per sapere che era lui. Non emisi alcun suono. L’oscurità sotto la casa mi avvolse completamente. Eppure ancora non aveva importanza.
Dal momento in cui i nostri sguardi si erano incontrati per la prima volta, Vaughn e io eravamo diventati la canzone di una sirena. Saremmo sempre stati attratti l’uno dall’altra.
“Mi dispiace per ciò che hai visto.”
Con gli occhi ancora chiusi, lo immaginai con le mani infilate nei jeans, lo sguardo freddo che valutava e calcolava. Come tutti gli altri avrei scambiato quello sguardo per noia, ma Vaughn non era mai stato così disinteressato quanto attento. Per mesi mi aveva permesso di stringerlo a me, e dovevo ancora capire perché. Mi resi conto che per quanto Vaughn mi avesse permesso di entrare, avevo sempre avuto solo un piede sulla porta.
“Ma tu non sei…” Strinsi più forte gli occhi, odiando il modo in cui la voce mi si spezzò e come a malapena potessi udirla sopra il suono delle onde che si infrangevano nell’oceano o la musica che suonava dalla casa sulla spiaggia sopra di noi. Non riuscivo ancora a trovare il coraggio di voltarmi. “Non ti dispiace di averlo fatto?”
“No.”
“E quando hai detto che mi amavi… ti dispiace anche per quello?”
Gli ci volle molto tempo per rispondere, abbastanza perché la speranza si insinuasse di nuovo e abbastanza perché Vaughn la schiacciasse con una sola parola. “Sì.”
“Perché dovrei crederti?” chiesi comunque. Era strano, no? Strano che potessi mettere in discussione le sue parole dopo averlo beccato con i pantaloni abbassati e il cazzo dentro… Scavai con le dita nel legno, ignorando il dolore. Era più che strano. Era patetico.
Vaughn sospirò, e immaginai che fosse perché non avevo capito ciò che mi stava agitando davanti come un cartello delle dimensioni di un tabellone gigante con luci lampeggianti talmente luminose da accecare. Forse ero ancora troppo innamorata per vederlo. Poteva aver mentito quando aveva detto di amarmi, ma io non l’avevo fatto. L’amore non svaniva semplicemente nel momento in cui l’altro premeva il grande pulsante rosso con scritto “annulla”. Invece, rimaneva in piedi da solo nel luogo che una volta era stato il tuo Eden e ora era il tuo inferno personale.
“Sono annoiato, Tyra. Non so come altro spiegarlo.”
“Quindi hai pensato bene di infilarlo dentro quella stronza?” La mia voce era diventata granitica, e se non fossi stata aggrappata a questa cazzo di trave come se fosse una zattera di salvataggio, mi sarei data una pacca sulla schiena da sola. Lo sentii avvicinarsi, sentii il suo calore, la forza dei suoi muscoli e persino il ritmo del suo cuore come se mi avesse presa tra le braccia e guarita.
Se solo lo avesse fatto.
I miei pugni si strinsero contro il legno.
“Guardami”, chiese come se ne avesse il diritto.
Scossi la testa, negandoglielo. Avevo paura che se l’avessi fatto, avrei visto che il suo cuore non era più mio. Un attimo dopo, sentii le sue mani sulle mie spalle, che mi giravano delicatamente per affrontarlo.
“Ho fatto un errore”, disse, una volta che ebbe catturato il mio sguardo.
Sapevo che non stava parlando di stasera. Proprio mentre il mio cuore, in un ultimo disperato tentativo iniziava a scheggiarsi, sentii il tocco del suo dito sulla spalla. Era delicato, come un tocco fantasma, solo che era molto reale. Immediatamente, iniziai a sciogliermi nel conforto delle sue braccia forti. La richiesta di sapere perché lo stesse facendo era in bilico sulle mie labbra quando sentii la morsa delle sue dita tenermi a bada.
Il suo rifiuto mi attraversò e non mi importò più delle sue ragioni. Chiusi gli occhi, odiandolo e chiedendomi quante volte ancora avrei dovuto rendermi ridicola. Quante prima di accettare il fatto che questo fosse reale?
Vaughn e io avevamo chiuso.
Ma poi… come avrebbe potuto finire qualcosa che non era mai veramente iniziato?
Mentre Vaughn si assicurava di ricordarmi che non eravamo esclusivi, lui stesso aveva spesso dimenticato quel fatto. Una volta che aveva affondato i suoi denti in me, spaventare i ragazzi della nostra scuola era diventato un lavoro a tempo pieno, e quando non stava difendendo selvaggiamente il suo territorio, stava rispondendo a ogni mia esigenza. Non c’era stato tempo o desiderio per nessun altro.
Fino ad ora.
Spingendolo via, mi costrinsi a raddrizzare la schiena. “Ti ci è voluto un anno per capirlo?”
Insensibilmente, scrollò le spalle e mi resi conto che il bagliore che di solito emanavano i suoi occhi verdi era sparito. Il vento gli arruffò i capelli castano chiaro e il dolore di non poterci passare le dita come avevo fatto tante volte fu quasi più grande di quello nel mio petto.
“Stavo cercando qualcosa di diverso, e fino ad ora me l’avevi dato tu.”
“Intendi dire fino a quando ti ho lasciato…” Soffocai nelle parole intrappolate in gola. Dio, perché gli avevo dato così tanto? Avevo aspettato un anno, eppure non era stato abbastanza. Mandando giù il groppo, provai di nuovo. “Fino a quando ho lasciato che mi scopassi.”
I suoi occhi si strinsero rapidamente. “Non dimentichiamoci”, disse lentamente e con un pizzico di crudeltà, “che mi hai implorato di non fermarmi”.
“Pensavo che forse…” Mi fermai, chiedendomi se fosse saggio ammettere quanto fossi stata stupida. Il sopracciglio di Vaughn si sollevò, sfidandomi a continuare. “Ho pensato che forse avresti cambiato idea.” La fine dell’estate si stava avvicinando rapidamente e io non ero mai stata più disperata. Credevo all’idea delle anime gemelle e dal momento in cui Vaughn mi aveva baciata per la prima volta, avevo capito che era mio. Quel bacio era stato il motivo per cui avevo smesso di opporre resistenza alla sua corte all’inizio del mio ultimo anno.
Ovviamente Vaughn non provava lo stesso, a giudicare dal modo in cui il suo corpo si irrigidì e le narici divamparono alla mia confessione. “Vuoi dire che pensavi di poter manipolare i miei sentimenti con il sesso?” Se possibile, il suo tono divenne ancora più freddo di prima. “Sebbene tu sia stata una scopata fenomenale, Bradley, nessuna fica è così buona.”
Distolsi lo sguardo, incapace di incontrare il suo, il tono scoraggiato quando parlai. “Immagino che non abbia importanza adesso.”
“Finalmente qualcosa su cui siamo d’accordo”, sputò immediatamente. “No, non importa adesso.”
Non avevo mai capito prima quanto potere avesse Vaughn su di me. Per un momento, ascoltammo l’infrangersi delle onde. Per un momento, desiderai di entrare nel mare di notte e lasciarmi annegare.
“Dimmi solo una cosa”, esortai mentre una lacrima solitaria mi scivolava lungo la guancia. Giurai che sarebbe stata l’ultima che avrei versato per lui. Vaughn non disse nulla mentre aspettava. “Di tutte le ragazze che avresti potuto scoparti, perché proprio lei?”