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Il compositore di Sogni Infranti – Laura Rocca

Che la cover sia magnifica è un dato di fatto, penso di averlo confermato su ogni post presente nel panorama di Instagram. Esiste la figura della “Cover-Stalker”? La “Covker”?!

Lasciando da parte questo spinoso dilemma, possiamo affermare che non solo l’immagine di copertina è strabella ma lo è anche il suo contenuto!
Ella ha voluto fortemente leggere questo romanzo, un po’ per spirito concittadino e perché almeno può genovesizzare la sua recensione che trovate in questo articolo! Pronte, pronte?!

Titolo: Il compositore di Sogni Infranti

Autrice: Laura Rocca

Editore: Self Publishing

Serie: Stand Alone

Genere: Contemporary Romance

Trope: Hate to Love, Grumpy Vs Sunshine, Forced Proximity, Music Romance

Prezzo ebook: 2,99 – Kindle Unlimited

Prezzo cartaceo flessibile illustrato: 16,00

Pagine: 451

Uscita: 09 Aprile 2023

Link Amazon: Qui

TRAMA

È come un pezzo di vetro aguzzo. Se lo guardi alla luce del sole ti rendi conto di quanto è bello, possono formarcisi dentro arcobaleni di luce, ma se lo tocchi nel modo sbagliato, ti tagli. Devi scoprire come maneggiarlo.

Ci sono legami che nemmeno una distanza forzata può spezzare. Sono trascorsi tre anni dall’ultima volta che ho visto Ermes, da quando è partito per studiare in un prestigioso college. Oggi è più grande, più alto e bello ma ci sono cose che non cambiano mai: la sua arroganza, i suoi silenzi e le sue parole taglienti che rendono la vicinanza insostenibile. Proprio come quando eravamo piccoli, gioisce nell’essere il mio tormento peggiore e avere la porta di casa davanti alla sua mi rende impossibile evitarlo. Eppure… Credevo di aver scordato tutte le sensazioni che mi provocava e che i lividi che mi aveva lasciato sul cuore avessero smesso di pulsare. Mi sbagliavo. Per distruggere la realtà che ho costruito in sua assenza, gli basta puntarmi addosso una sola volta quei gelidi occhi di cui non sono mai riuscita a penetrare i misteri. Sulle sue labbra, il soprannome con cui mi indispettiva da bambini, diventa un tramite per ricordi che ho tentato in tutti i modi di dimenticare. La penetrante melodia che proviene dal suo violino squarcia la diga delle mie emozioni e, quando tento di scappare, ormai è troppo tardi: sono di nuovo vittima del magnetismo di Ermes. Sfregando le corde con l’archetto lui suona la mia anima, mi rivela i segreti che il suo sguardo prova a tacere, mi parla con una melodia che arriva al cuore e alla quale non posso sfuggire. Detesto come mi fa sentire, ma non riesco a tirarmi indietro: litigi e sfide sembrano unirci e ogni giorno diventa più difficile non cedere all’attrazione che mi spinge verso di lui. Io sono un magnete, lui la calamita, l’enigma che, da sempre, è incastrato nel mio petto come un coccio troppo aguzzo. Più ci avviciniamo e più l’illusione di riuscire a comprenderlo vince le mie resistenze, ma non posso ignorare la domanda che mi tiene sveglia la notte: riuscirò mai a sfiorarlo senza tagliarmi o, alla fine, infrangerà tutti i miei sogni?

RECENSIONE

 

“È un demone con il nome di un dio”

 

Laura Rocca, Incollats romantici, è la Tillie Cole italiana, anzi, genovese, perché noialtri siamo molto fieri della nostra città, almeno io lo sono a tal punto da genovesizzare tutto. Probabilmente pure questa recensione.

Confesso che l’ultimo libro che avevo letto di quest’autrice, No strings attached, risale a quasi tre anni fa e sulle prime questo romanzo me l’ha ricordato un po’. Ma in senso positivo, perché quando c’è di mezzo un ragazzo tormentato, un’infanzia in comune e la musica sono ingredienti che Laura Rocca riesce a far splendere come… un arcobaleno.

“Riuscirò mai a prendere in mano quel pezzo di vetro affilato e a guardarci attraverso vedendo l’arcobaleno senza tagliarmi?”

La storia d’amore di Amethyst ed Ermes è quella di due diciassettenni che vivono in un’altalena di situazioni che ondeggia tra la maturità e l’adolescenza.

Maturità di scelte sul futuro, che Amethyst ha molto chiaro tant’è che inizia a mettere le fondamenta facendo volontariato con i bambini in ospedale; maturità per un dolore, un’oscurità intensa che ti fa credere di non riuscire a vivere, quella di Ermes. Adolescenza nella scuola, negli amici, nei nemici… quelle piccole ma grandi atrocità che solo certi adolescenti riescono a fare agli altri, perché hanno la crudeltà dell’incoscienza. I bulli, le amiche false, i codardi. Ad Ermes ed Amethyst non manca nulla, persino un nonno anaffettivo per lui.

Lei è più fortunata, ha una bella famiglia, un supporto notevole, assieme all’amico Quinn, che incarna alla perfezione il tropo dell’amico gay. 

“Nemmeno uno dei miei incubi peggiori è così difficile da sopportare.” 

Ermes ha perso i genitori da bambino e questo ha segnato tutta la sua vita, perché si sente in colpa per la loro morte e vivere con suo nonno non l’ha aiutato in questo. Suo nonno non ha mai perdonato la figlia, la mamma di Ermes, per aver sposato un musicista anziché chi avrebbe voluto lui, un uomo ricco e importante.

“Il desiderio di sottrarmi a tutto questo, in certi momenti, si fa impellente, eppure è anche liberatorio.” 

Amethyst, Aimieee per Ermes (scopriremo cosa significhi questo soprannome nel corso della lettura), è la figlia del giardiniere e i due si ritrovano a vivere vicini sin da piccoli, quando lei cerca in tutti i modi di conquistare l’amicizia di quel biondo e dispettoso bambino.

Lui la scaccia, la tratta male, non la vuole…

“Lo avevo compreso a dodici anni, quando il calore di un suo sguardo accendeva qualcosa di più pulsante di una semplice gioia, come il giorno in cui mi aveva preso per mano portandomi davanti a quei dannati fiori violetti come i suoi occhi.”

Per molto tempo, per Ermes la musica del suo violino è l’unica via d’uscita al suo dolore. Quello che prova è una vera e propria patologia, ma se ne accorgerà Della, la madre di Amethyst, dopo che Ermes ha preso a pugni Dylan, il ragazzo str***o di Aimieee, a seguito di una brutta affermazione.

Ma lui nasconde tutto, maschera, fugge. Trasforma in disprezzo l’amore. 

“Oggi significa prendere a calci quella che vorresti, invece, stringere a te, la ragazza che, quando ti permetti di sognarlo, non si allontana con gli occhi pieni di lacrime perché l’hai umiliata, ma che cerca il calore delle tue braccia.”

Amethyst sfiora il masochismo da tante ne perdona a Ermes prima ancora di capire e comprendere molti dei suoi perché, anche perché lui ce la mette tutta per farsi odiare, pure dal lettore, in particolare quando si fa spalleggiare dall’odiosa Sadie. Trope dell’amica str***a? Ce l’abbiamo!

“Io che mi prendo la libertà di fargliene versare più di chiunque altro, ma che non sopporto vederla piangere, eppure lo faccio solo per il suo bene.” 

In una storia accompagnata da un’emozionante colonna sonora, che fonde note e parole, colori, quelli di uno stile inconfondibile e che posso dire di aver felicemente ritrovato dopo tanto tempo dalla penna di Laura Rocca. 

“È lei la mia musica, nelle note gravi i suoi sospiri, in quelle acute il trillo delle sue risate, che scotta più dei raggi del sole, quello sguardo, perché è così il calore che mi fa sentire…” 

La penna di Laura è qualcosa di magico, racchiude sia note di colore, come quelle di un acquerello, sia note musicali, non solo quelle composte da Ermes, ma quelle che nascono dalla musica delle sue parole messe assieme, con alcune massime meritevoli di diventare citazioni, esattamente come quelle che lei fa a inizio capitolo celebrando il suo scrittore preferito (e quello dei protagonisti del romanzo) Philip Pullman.

“Tu sei la melodia della vita, quella che voglio comporre con te, insieme a te”

È un libro che consiglio perché è veramente molto bello, racconta molte cose assieme ad una contrastata storia d’amore. Non è da sbanco del #minchiometro, ma si avvicina più al #piantometro di sicuro. Il tormento di Ermes e il suo percorso è qualcosa che entra sottopelle, soprattutto se si sa cosa provi, che crea una grossa empatia con il protagonista e – di riflesso – con Amethyst.

Le componenti spicy sono adattate alle età e alle situazioni dei ragazzi e, onestamente, scene più esplicite avrebbero rovinato il libro dal registro medio alto. I trope sono gestiti in modo da manuale e costruiscono una bella storia. Davvero molto bella.

Ella

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