Trama
Mancano diciassette giorni per prendere i voti, quando per salvare il convento mi ritrovo costretta ad accettare il compromesso del suo nuovo arrogante proprietario.
Lui vuole me, una novizia, per due settimane. Il mio corpo in cambio del convento. Questa è la sola possibilità che mi offre per non perdere la mia casa.
Ma Kegan Anderson non è come la maggior parte dei ragazzi: lui è a capo del Lust, il club privato più esclusivo e lascivo di Long Island. Ed è lì che vuole portarmi.
Kegan è abituato a vendere il suo corpo e quello dei suoi dipendenti. Non prova niente per nessuno e non va mai a letto più di una volta con la stessa persona a meno che questa non lo paghi.
In questi quattordici giorni non posso negargli il mio corpo, ma devo riuscire a preservare il mio cuore e a ignorare l’attrazione che sento per lui e ciò che mi fa provare. Perché Kegan è una bestia. E la bestia non ama, distrugge.
Recensione
In questo libro ho conosciuto una insolita storia d’amore, quella tra Rose e Kegan. Rose è una ragazza che ha perso i genitori in un incidente stradale e, a causa di questo e in seguito a molti errori, decide di dedicare la sua vita a Dio.
Devo dire che dopo aver letto diversi libri, forse è la prima volta che la fede cristiana è tanto presente, ed è questo che ha reso diversa la storia, ai miei occhi.
Rose è una novizia a cui mancano due settimane per prendere i voti, quando Kegan le fa una proposta a cui non ha rifiutato per il bene delle sue consorelle e per non rovinare l’armonia famigliare che la circonda in quel convento dopo esser rimasta sola.
Direi una proposta scandalosa da fare a una novizia che deve prendere i voti, perché Kegan le propone di concedersi completamente a lui per due settimane e di seguirlo nel suo
lussuoso bordello.
“<<Quello che tu provi per me, quello che sei convinta di provare, è sbagliato>>
Chiusi gli occhi. Ciò che sentivo era tutto tranne che sbagliato. Non poteva farmi cambiare idea su questo. Ma non avevo la forza di protestare. potevo solo sperare che lo capisse anche lui, prima che fosse tropo tardi.”
Inizialmente sono rimasta un po’ a bocca aperta per questa dinamica, è vero che nei libri ho spesso letto di situazioni proibite e lussuriose, ma mai mi sono trovata ad associarle alla religione e sono rimasta spesso a bocca aperta anche quando Kegan sfidava Rose e la sua fede.
“Ambivo a fargli capire che apparteneva soltanto a me. Ecco perché doveva guardare la mia faccia. perché dovevo entrare nei suoi occhi, nella pelle che toccavo, nella gioia che liberava i versi di piacere e imprecazioni. Il mio nome. Il mio viso. Io e basta. i suoi occhi nei miei. io in lui come lui era in me. Questo era ciò a cui aspiravo.”
Diciamo che questa presunzione di Kegan ha rafforzato, per me, la definizione di “bestia” che gli viene associata nel libro; infatti è un uomo abituato a ottenere tutto nella vita, che non ha scrupoli e che vende il suo corpo per soldi e piacere.
<<Sai cos’è il mal d’Africa?>>
Confermai. Quella sensazione di nostalgia che colpiva chi la visitava.
<<Chi mi prova per una volta poi torna sempre. Sono un’ossessione come lo è l’Africa per chi c’è stato.>>
Rabbrividii e mi fu tutto chiaro: quell’associazione aveva senso. Anche troppo. Lui mi era entrato dentro. Viveva in me come i paesaggi e i tramonti africani per chi li aveva visti. Non mi avrebbe mai lasciata. Avrebbe continuato a divorare la mia vita facendomi sentire la sua mancanza e la sua assenza. Facendomi desiderare di tornare da lui, sempre, come chi non vedeva l’ora di prendere un aereo e andare in Africa. Ancora e ancora.”

“Ciò che deve succedere succede. Ma c’è sempre una scelta. Possiamo scegliere se andarci incontro o andarci contro.”
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