**CAPITOLO 13 (RIDGE)**
E’ la prima volta che sono a casa di Maggie da quando ci siamo lasciati. È un po’ strano, ma poteva essere peggio. Warren ha questa magica abilità di rendersi più strano di qualsiasi situazione possa esserci. E questo è esattamente quello che sta succedendo ora. Ha assalito il frigo e il congelatore di Maggie e se ne sta in piedi nella sua cucina, intingendo i bastoncini di pesce nel budino al cioccolato.
“Mangi delle cose davvero schifose”, dice Maggie aprendo la lavastoviglie.
Sono seduto sul divano, a guardarli. Stanno ridendo, scambiandosi delle battute. Maggie sta pulendo la cucina sporcata da Warren. Guardo il polso di Maggie – con ancora il braccialetto dell’ospedale – e provo a non essere turbato di essere qui.
Ma sono turbato. E infastidito. Se lei sta abbastanza bene da evadere dall’ospedale e pulire la sua cucina, cosa sto facendo qui?
Maggie afferra un tovagliolo di carta e si copre la bocca mentre Warren dà delle pacche alla sua schiena per alcune volte. Ho notato in macchina che stava tossendo parecchio. Ma non posso farlo ancora. Tutto quello che posso fare è chiederle se sta bene e fidarmi che non stia sottovalutando la sua salute.
Il suo tossire dura almeno un minuto intero. Probabilmente per tutto il giorno non ha mai indossato il gilè, quindi mi alzo e vado nella sua camera. Lo trovo sulla sedia vicino al letto. Prendo il gilè e il generatore a cui è attaccato e lo porto sul divano per attaccarlo in soggiorno.
Dovrebbe usarlo due o tre volte al giorno per aiutare a sciogliere il muco nei suoi polmoni. Quando una persona ha la Fibrosi Cistica, il muco si addensa , causando un’ostruzione ai maggiori organi.
Prima che questo gilè venisse inventato, i pazienti facevano affidamento su altre persone per farsi fare delle percussioni manuali al petto, che significa battere sulla schiena e sul petto per diverse volte al giorno per rompere tutto il muco.
Il gilè è un salvavita. Specialmente per Maggie perchè vive da sola e non ha nessuno che gestisca le percussioni al petto. Ma non lo ha mai utilizzato come dovrebbe ed è sempre stato un motivo di disputa tra di noi. Credo che sia ancora così, perchè eccomi qui, ad attaccarlo, per costringerla ad utilizzarlo.
Dopo averlo attaccato, Maggie mi picchietta sulla schiena. “È rotto”
Guardo in basso verso il generatore e lo accendo. Non accade nulla. “Che problemi ha?”
Si stringe nelle spalle. “Ha smesso di funzionare un paio di giorni fa. Lunedì lo prenderò e lo andrò a cambiare.”
Lunedì? Non può stare un intero weekend senza. Specialmente se sta già tossendo in questo modo. Mi siedo sul divano e provo a vedere cosa c’è che non va con il generatore. Maggie torna in cucina e dice qualcosa a Warren. Posso dire dal suo linguaggio del corpo e dal modo in cui si gira a guardarmi che sta dicendo qualcosa che mi riguarda.
“Che cosa ha detto?”
Warren guarda Maggie. “Ridge vuole sapere cos’hai appena detto.”
Maggie si volta da sopra la spalla e ride, poi mi guarda “Ho detto che non sei affatto cambiato.”
“Sì, beh, neanche tu.”
Sembra offesa, ma onestamente non mi interessa. Ha sempre cercato di farmi sentire in colpa per il fatto di preoccuparmi per lei. Vedo che questa cosa non è affatto cambiata e che la mia preoccupazione la infastidisce ancora.
Maggie fa un passo avanti, irritata dalla mia risposta. “Hai ragione, Ridge. Non sono cambiata. E’ decisamente impossibile smettere di avere la Fibrosi Cistica.”
La guardo, chiedendomi perchè sia così irritata. Probabilmente per lo stesso motivo per cui lo sono io. Stiamo avendo la stessa discussione che abbiamo sempre avuto, solo che questa volta non c’è una relazione tra di noi su cui ripiegare e alleviare i nostri sentimenti.
Posso sentire la mia rabbia iniziare ad emergere. Sono già irritato per il fatto che ha lasciato l’ospedale. Ora lo sono per il fatto che non è riconoscente per il fatto che io sia qui, cercando di aiutarla. Ho lasciato la mia ragazza all’appartamento perchè Maggie ha fatto sembrare il tutto un’emergenza, e adesso sono stato sgridato perchè sto cercando di aiutarla.
Non posso restare seduto qui ad avere questa conversazione. Mi alzo e scollego il generatore, poi porto tutto indietro nella sua camera. Maggie e Warren possono continuare a mangiare la loro schifosa combinazione di bastoncini di pesce e budino al cioccolato e io sarò nell’altra stanza, continuando a provare a riparare il gilè che letteralmente l’aiuta a mantenerla in vita.
Non sono ancora completamente dentro la sua stanza quando mi giro e vedo che mi sta seguendo. Poso il generatore sul tavolino accanto alla sedia e mi siedo per terra, avvicinando il tavolino. Accendo la lampada accanto alla sedia. Maggie è ancora sulla porta.
“Qual’è il tuo problema, Ridge?”
Rido, ma non perchè qualcosa riguardo a questa sera sia divertente. “Cosa hai mangiato questa mattina prima di svenire per il basso livello di zuccheri nel sangue?” Maggie stringe gli occhi. Le chiedo questo perchè lei probabilmente neanche se lo ricorda. Maledizione, probabilmente neanche ha mangiato. “Hai controllato il tuo livello di glucosio prima di tracannare una Dr. Pepper e mangiare mezza barretta di Twix?”
Sento che sta per mettersi ad urlare. Quando è veramente arrabbiata con me, lei segna e urla. Solitamente mi faceva esplodere. Ora darei qualsiasi cosa per essere in grado di urlarle a mia volta.
“Non hai nessun diritto di fare commenti sul cibo che mangio, Ridge. In caso tu non te lo ricordassi, non sono più la tua ragazza.”
“Se non posso dire niente su come ti stai prendendo cura di te stessa, allora perchè sono qui?” Mi alzo e mi avvicino a lei. “Non ti sei presa cura di te stessa e sei finita all’ospedale, poi hai chiamato Warren, spaventata e piangendo. Abbiamo lasciato tutto per essere qui per te, ma appena arriviamo qui, tu lasci l’ospedale senza essere dimessa! Perdonami se ho di meglio da fare che correre da te tutte le volte che ti comporti da irresponsabile!”
“Non saresti dovuto venire, Ridge! Non sapevo neanche che l’ospedale vi aveva chiamato. E non ho pianto al telefono con Warren e non gli ho detto che ero spaventata! Lui mi ha chiesto se volevo compagnia e gli ho risposto di sì perchè ho pensato che potevamo affrontare questa stupida situazione come degli adulti! MA MI SBAGLIAVO!” Sbatte la porta uscendo dalla sua camera.
La apro di nuovo. Ma non lo faccio per seguire Maggie. Vado dritto in cucina e guardo Warren. “Perchè mi hai detto che stava piangendo ed era spaventata?”
Maggie sta in piedi dalla parte opposta alla mia, con le braccia incrociate mentre guarda Warren. Lui tiene in mano una Soda, guardando avanti e indietro entrambi. Finalmente i suoi occhi si posano su di me.
“Quindi, ho esagerato. Non è una gran cosa. Altrimenti non saresti venuto.”
Mi costringo a respirare profondamente per calmarmi. O questo o un pugno. Lui continua a difendersi.
“E’ un lungo viaggio da Austin fino a San Antonio. Quindi, dovevamo essere insieme. Tutti e tre. Dobbiamo capire come affrontare tutto questo andando avanti.”
“Tutto questo?” Dice Maggie. Si indica. “Intendi me? Dobbiamo capire cosa fare con me? Credo che questo provi che io per voi non sono altro che una scocciatura.”
Non sta più urlando. Solo segnando. Ma anche se posso comunque dire che è ferita e turbata, non sono ancora convinto che le cose sarebbero differenti se lei prendesse tutto questo con un po’ più di serietà come io ho sempre provato a farle fare negli ultimi sei anni.
“Non sei una scocciatura, Maggie”, le segno. “Sei egoista. Se ti prendessi cura di te stessa e monitorassi il livello di zuccheri nel sangue e usassi il tuo gilè come dovresti fare e… non lo so… forse non saltassi da un cazzo di aereo, nessuno di noi starebbe discutendo. Ho messo Sydney in una situazione imbarazzante nella quale non sarebbe ora se solo ti prendessi cura di te stessa.”
Warren si copre la faccia con le mani come se mi fossi appena fregato.
Maggie alza gli occhi al cielo con esagerazione. “Povera Sydney. È veramente lei la vittima di tutto questo, non è così? Ha avuto l’uomo dei suoi sogni ed è in salute! Povera Sydney del cazzo!” Sposta l’attenzione su Warren. “Non obbligarlo a prendersi cura di me un’altra volta! Non ho bisogno di lui che si prende cura di me. Non ho bisogno di nessuno di voi che si prenda cura di me.”
Warren aggrotta le sopracciglia, ma rimane impassibile. “Con tutto il rispetto, in realtà hai bisogno di noi, Maggie”
Strizzo gli occhi e guardo in basso. So che questo la ferisce e non voglio vedere il suo dolore. Quando apro di nuovo gli occhi, sta marciando verso la sua camera. Chiude la porta. Warren si gira e prende a pugni il frigorifero. Cammino verso il tavolo vicino al divano e afferro le chiavi della macchina di Warren.
“Voglio andarmene.” Lancio a Warren le chiavi, ma i suoi occhi sono rivolti alla camera di Maggie. Si precipita attraverso il soggiorno e apre la porta. Ovviamente mi precipito con lui perchè non posso sentire qualunque cosa lui ha appena udito.
Maggie è in bagno, aggrappata alla tazza del water, e sta vomitando. Warren afferra un asciugamano e si china accanto a lei. Entro dentro e mi siedo sull’angolo della vasca.
Questo succede quando ha troppo accumulo nei suoi polmoni. Sono sicuro che è una combinazione tra tutto ciò, il non aver usato il gilè e tutte le urla che ha appena fatto. Mi allungo in avanti e le tiro indietro i capelli finché non smette. È difficile per me essere arrabbiato con lei adesso. Sta piangendo, appoggiata a Warren.
Non so cosa vuol dire essere colui che ha questa malattia, quindi probabilmente non dovrei giudicare le sue azioni così duramente. So solo cosa vuol dire essere l’unico a prendersi cura di qualcuno con questa malattia. Dovevo ricordarmelo sempre. Non importa quanto io sia frustrato, non è niente in confronto a quello che deve attraversare.
Sembra che io abbia ancora bisogno di quel promemoria.
Maggie non mi guarda nemmeno per tutto il tempo che aspettiamo con lei per vedere se il suo attacco è finito. Non mi guarda nemmeno quando siamo convinti che sia finita e Warren la aiuta ad andare in camera da letto. È il suo modo di darmi il trattamento del silenzio. Si rifiutava di guardarmi quando era arrabbiata perché non voleva darmi la possibilità di segnare.
Warren la mette nel letto e io prendo il suo generatore nel soggiorno. Una volta sistemata Maggie, Warren lascia la porta aperta a metà mentre torna nel soggiorno e si siede sul divano.
Sono ancora incazzato con lui per avermi mentito sulla telefonata per farmi sentire in colpa. Ma ho anche capito perché l’ha fatto. Noi tre dobbiamo sederci e parlarne. Maggie non vuole essere un peso, ma finché non si arrende e mette in primo piano la sua salute, non sarà mai indipendente come vorrebbe. E finché lei dovrà dipendere da qualcuno, saremo noi due a prenderci cura di lei.
So che siamo tutto ciò che ha. E so che Sydney lo capisce. Non mi allontanerei mai da Maggie completamente, sapendo quanto ha bisogno di qualcuno dalla sua parte. Ma quando continui a fare cose che sminuiscono e mancano di rispetto a chi sta dalla tua parte, alla fine perderai la tua squadra. E senza la tua squadra, alla fine perdi il combattimento.
Non voglio che lei perda il combattimento. Nessuno di noi lo vuole. Per questo motivo io e Warren restiamo, perché ha bisogno di una cura. E questo non può accadere finché non riparo il suo gilè.
Warren guarda la TV per tutta l’ora successiva, alzandosi una volta per portare a Maggie un bicchiere d’acqua. Quando torna nella stanza, agita la mano per attirare la mia attenzione.
“La sua tosse ha un brutto suono”, dice.
Io annuisco. Lo so già. È per questo che sto ancora cercando di lavorare su questo giubbotto.
Sono passate le 2 quando finalmente capisco il problema. Ho trovato nel suo guardaroba, un vecchio generatore che usava. Ho spento i cavi di alimentazione e posso farlo partire, ma non rimarrà acceso a meno che non tenga il cavo con le dita.
Warren è addormentato sul divano quando porto il giubbotto in camera da letto di Maggie. La sua lampada è ancora accesa, quindi posso vedere che è ancora completamente sveglia. Cammino verso il suo letto e inserisco il generatore e le dò il gilè. Si alza e lo infila.
“C’è un corto, devo tenere il cavo mentre è acceso o si interromperà.”
Annuisce, ma non dice nulla. Entrambi conosciamo questa routine. La macchina funziona per cinque minuti e poi lei deve tossire per liberare i polmoni. L’accendo per altri cinque minuti e poi lei deve avere un attacco di tosse. La routine continua per mezz’ora.
Quando il trattamento finisce, si toglie il gilè, continuando a evitare il contatto visivo con me mentre si gira. Mi sdraio sul pavimento, ma quando la guardo, capisco dal movimento delle sue spalle che sta piangendo.
E ora mi sento uno stronzo.
So di essere frustrato con lei, ma non è perfetta. E neanch’io. E fino a quando non facciamo altro che discutere o mettere in luce i difetti dell’altro, non riusciremo a mettere la sua salute nella giusta direzione.
Mi siedo accanto a lei sul letto e le stringo la spalla. È quello che facevo quando mi sentivo impotente per la sua situazione. Si alza e mi stringe la mano, e proprio così, l’argomento è finito. Si gira sulla schiena e mi guarda.
“Al telefono non ho detto a Warren che avevo paura.”
Annuisco. “Ora lo so.”
Una lacrima le cade dall’occhio e scivola tra i suoi capelli. “Ma ha ragione, Ridge, ho paura.”
Non ho mai visto questo suo aspetto prima e mi distrugge completamente. Odio che tutto questo sia capitato a lei. Davvero. Inizia a piangere più forte e rotola via da me. E per quanto voglia dirle che non sarebbe così spaventoso se smettesse di comportarsi come se fosse immune agli effetti della sua malattia, non rispondo. Le stringo un braccio intorno perché non ha bisogno di una ramanzina in questo momento.
Ha solo bisogno di un amico.
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Ho fatto fare a Maggie un secondo trattamento nel cuore della notte. Sono abbastanza sicuro di essermi addormentato da qualche parte nel mezzo del suo secondo trattamento perché mi sono svegliato alle otto di stamattina e ho capito che ero nel suo letto. So che Sydney non sarebbe stata d’accordo, quindi mi sono trasferito sul divano. Sono ancora sul divano. Faccia in giù. Sto cercando di dormire, ma Warren mi sta scuotendo.
Raggiungo il mio telefono e guardo l’ora, non aspettandomi che sia mezzogiorno. Mi siedo subito, chiedendomi perché mi abbia lasciato dormire così a lungo.
“Alzati”, mi segna. “Dobbiamo andare a prendere l’auto di Maggie e lasciarla qui prima di tornare ad Austin.”
Annuisco, sfregando via il sonno dai miei occhi. “Prima dobbiamo andare al negozio di forniture mediche”, gli dico. “Voglio vedere se possono darle un generatore fino a quando il suo viene riparato.”
Warren mi segna “Ok” e se ne va verso il bagno.
RIcado indietro sul divano e sospiro. Odio come è andato tutto questo viaggio. Mi ha lasciato turbato, che, è abbastanza divertente, è esattamente ciò che Sydney sperava. Sorrido, sapendo che lei aveva ragione e nemmeno lo sa. Non le ho più parlato dopo tutte le liti tra me, Maggie e Warren la scorsa notte. Apro i suoi messaggi e noto che non ne ha più inviato uno da ieri sera. Mi chiedo come sia andata la sua serata con Bridgette.
Ridge: Torno presto. Come è stato il tuo pigiama party?
Comincia a rispondere immediatamente. Guardo i puntini del testo che appaiono e scompaiono più volte finché il suo messaggio non arriva.
Sydney: Apparentemente non così movimentata come la tua.
Il suo messaggio mi confonde. Guardo Warren, che sta uscendo dal bagno. “Hai parlato a Sydney della discussione della scorsa notte?”
“No”, dice. “Non ho parlato con nessuno di loro oggi, suppongo che siano ancora ubriache e a letto.”
Mi si stringe il petto perchè non è un messaggio da lei.
Ridge: Cosa vuoi dire?
Sydney: Controlla Instagram.
Chiudo subito i messaggi e apro Instagram. Scorro verso il basso finché non la vedo.
Che stronza.
Maggie ha postato una foto di noi. Lei fa una faccia buffa all’obbiettivo e io sono accanto a lei. Nel suo letto. Addormentato. La didascalia dice, “Non mi è mancato il suo russare.”
Impugno il telefono con entrambe le mani e lo appoggio sulla fronte, stringendo gli occhi. Questo. Questo è il motivo per cui sarei dovuto rimanere a casa.
Mi alzo. “Dov’è Maggie?”
Warren indica con la testa il fondo del corridoio “La lavanderia”.
Cammino verso la sua lavanderia e la trovo che appende tranquillamente una maglietta, come se non stesse cercando di sabotare la mia relazione con Sydney con il suo meschino post su Instagram. Sollevo il telefono. “Che cos’è questa?”
“Una tua foto” dice, come dato di fatto.
“Lo vedo, ma perchè?”
Finisce di appendere la maglietta e poi si appoggia alla lavatrice. “Ho anche pubblicato una foto di Warren, perché sei così arrabbiato?”
Scuoto la testa e alzo le mani per la frustrazione. Sono confuso in primo luogo per il motivo per cui lo ha fatto e ora sono confuso sul perché si comporta come se non fosse un grosso problema.
Lei spegne la lavatrice. “Non avevo capito che avevamo delle regole per questa amicizia, ho pubblicato le foto di tutti noi per sei anni, adattiamo le nostre vite in base a Sydney adesso?” Cerca di andare verso la porta, ma io mi metto davanti ad essa.
“Potresti mostrare un po’ di rispetto per la nostra relazione.”
Maggie stringe gli occhi.
“Sei serio in questo momento? Mi hai davvero chiesto di mostrare rispetto per il rapporto che hai con la ragazza con cui mi hai tradito?”
Non è giusto. Lo abbiamo superato ora. Almeno così pensavo. “Avresti potuto pubblicare qualsiasi foto di me, ma hai scelto di metterne una di me nel tuo letto, un letto in cui ero solamente perché sono rimasto sveglio per ore per assicurarmi che stessi bene. Usare questo per sbattermi in faccia il mio sbaglio non è giusto, Maggie. ”
La sua mascella si indurisce. “Vuoi parlare onestamente? È giusto che tu sia quello che ha avuto una relazione emotiva, ma io sono colei che deve essere sensibile a ciò che pubblico su Instagram? È giusto che io sia l’unica che è malata, ma tu sei quello preoccupato per una ragazza che ha i sentimenti feriti per una foto? Quanto è giusto che io sia la cattiva per aver mangiato un Twix? Volevo un fottuto Twix, Ridge!” Mi spinge via e mi passa oltre, quindi la seguo. Si gira intorno quando raggiunge il salotto. “Ho dimenticato come non mi è mai permesso di divertirmi quando sei intorno, forse non dovresti tornare, perché questo è il peggior giorno che abbia avuto da mesi!”
Da tutti gli anni in cui ci conosciamo, non sono mai stata così arrabbiato con lei. Non so perché ho pensato che potesse funzionare. “Se hai una vera emergenza, fammi sapere, Maggie, sarò qui per te, ma fino ad allora, non posso esserti amico.” Vado alla porta principale e la apro, poi guardo Warren. “Andiamo.”
Warren è in piedi nel soggiorno, immobile, non sapendo cosa dire o fare. “E la macchina di Maggie?”
“Può prendere un Uber.” Esco da casa di Maggie e mi dirigo verso la macchina di Warren.
Gli ci vogliono alcuni minuti per uscire. Sono sicuro che stava rassicurando Maggie. Che faccia pure. Forse può rassicurare l’irragionevole, ma di sicuro io non ci riesco.
Quando Warren finalmente arriva alla sua auto, apro i miei messaggi a Sydney. Non cerco nemmeno di giustificare la foto con una scusa. Le spiegherò tutto quando sarò faccia a faccia con lei.
Ridge: Mi dispiace che l’abbia pubblicata Sydney. Sto tornando al mio appartamento ora.
Sydney: Nessuna fretta. Non sarò nemmeno al tuo appartamento quando sarai qui.
Bridgette: Cazzo. Sei un coglione. Cazzo, cazzo, cazzo.
Sydney: E non disturbarti a venire nel mio appartamento. Io e Bridgette stiamo facendo un altro pigiama party.
Bridgette: NESSUN COGLIONE È IL BENVENUTO!
Chiudo i messaggi di entrambe e appoggio la testa contro il sedile. “Vai prima all’appartamento di Sydney.”